Non sono gli sconosciuti a uccidere
Per convincerci a stare in casa ci hanno sempre rifilato il concetto razzista dell'uomo nero. Però è proprio in casa che ci ammazzano.
Veronica Abbate, vent’anni da compiere, è stata uccisa nel 2006 dal suo ex fidanzato. Un ragazzo poco più grande di lei che aveva conosciuto ancora bambina, a quattordici anni, e con cui aveva passato tutta l’adolescenza. Un ragazzo come molti altri, con una famiglia alle spalle, una carriera da finanziere avviata. Per citare Elena Cecchettin, il nostro bravo ragazzo.
Veronica Abbate si fidava di quel ragazzo come tutte noi ci fidiamo degli uomini che conosciamo: i nostri compagni, i nostri mariti, i nostri ex, i nostri padri, i nostri fratelli e i nostri amanti. Sfido chiunque di voi a dire che un uomo che conoscete potrebbe uccidervi. Eppure, è così. Sono gli uomini qualunque, i nostri padri, i nostri mariti, i nostri figli, i nostri fratelli e i nostri colleghi a uccidere. Non mostri arrivati dal buio.
Cresciamo convinte che il pericolo sia fuori casa. Ci insegnano che dobbiamo avere paura degli uomini sconosciuti, che uscendo rischiamo la vita. Se in parte è ancora così (non esiste solo l’omicidio, ma anche la violenza), storicamente ma ancora di più negli ultimi anni il vero pericolo è IN casa, o comunque all’interno della cerchia di persone con cui ci sentiamo più serene (o di certo, non a rischio vita). È per questo che quando una donna muore o scompare, si indaga sempre tra gli uomini di cui si fidava, e quasi sempre si ha ragione.
L’ISTAT ha raccolto i dati degli omicidi commessi in Italia tra il 2002 e il 2023 suddividendoli in base all’autore (o l’autrice). Prendiamo gli omicidi di donne:
Nel 2002 sono state uccise 187 donne: 98 in ambito familiare/affettivo (partner, ex, parente), 72 da una persona che non conoscevano
Nel 2012 sono state uccise 160 donne: 106 in ambito familiare/affettivo (partner, ex, parente), 24 da una persona che non conoscevano
Nel 2023 sono state uccise 117 donne, 97 in ambito familiare/affettivo (partner, ex, parente), 9 da una persona che non conoscevano
La realtà dei fatti è piuttosto evidente: negli ultimi tempi, un numero esiguo di omicidi di donne (non possiamo definirli femminicidi perché non conosciamo, da questi dati, il movente) è commesso da persone sconosciute alla vittima.
Il dato, dal 2002, è calato continuamente: dal 38% del totale degli omicidi di donne nel 2002, è sceso di anno in anno passando al 35%, 23%, 22% e via così fino al 7% del 2023.
La percentuale di femminicidi invece, di donne uccise da compagni, ex, parenti o altre persone vicine è in crescita: nel 2002 si trattava del 52% del totale, nel 2023 dell’88%.
Il calo del numero di donne uccise da sconosciuti corrisponde al calo degli omicidi di maschi: dai 455 del 2002 si è passati ai 217 del 2023. Inutile dire che, nel caso dei maschi, gran parte viene uccisa da persone sconosciute e solo un numero più che esiguo (10 nel 2002 e 6 nel 2023) viene ucciso dal partner. Si può ipotizzare quindi che ci sia un’evoluzione in termini di sicurezza: avvengano meno crimini in strada.
La strada resta un luogo non sicuro per le donne, ma le conoscenze sono il vero rischio. Eppure abbiamo imparato a vivere sempre all’erta - non uscire, coprirci, non frequentare strade buie e luoghi isolati - credendo invece la casa (l’ufficio, la scuola, i locali con gli amici) un luogo sicuro.
L’ex fidanzato di Veronica Abbate si era comportato molto male con lei: era possessivo, egocentrico, violento psicologicamente. Ma nessuno, né lei né le sue amiche né la sua famiglia né la famiglia di lui avrebbero potuto immaginare che lui arrivasse a ucciderla. Nemmeno nella relazione più tossica si pensa che possa davvero capitare a noi. Perché il pericolo, ci hanno sempre detto, è fuori. Arriva dalla strada. Perché dire la verità, cioè che il pericolo ce l’abbiamo in casa, rimetterebbe in discussione l’esistenza tutta dei maschi.
Non andare all’ultimo appuntamento
Avevano scatenato diverse polemiche le parole di una PM della procura di Milano che, a seguito del femminicidio di Giulia Tramontano, si era pronunciata sul cosiddetto ultimo appuntamento. Spesso, infatti, gli ex chiedono alle donne di vedersi un’ultima volta. Le scuse possono essere molteplici: lasciarsi “bene”, rendere degli oggetti, chiarirsi, passare un ultimo momento felice.
La PM Mannella aveva detto: «Quello che è veramente importante in questa vicenda è che deve insegnare a noi donne di non andare mai all’incontro della spiegazione. È un momento da non vivere mai, perché estremamente pericoloso» e aveva così scatenato la rabbia di associazioni, CAV, giornaliste, attiviste e donne comuni. Non sono le donne a dover essere messe in guardia, ma sono gli uomini a non dover uccidere.
Ed è verissimo. Eppure, l’obiettivo primario di tutte noi è salvarci la vita. Acconsentire a vedere un’ultima volta la persona che abbiamo lasciato (o che ci ha lasciato) non serve a niente se non a mettersi in pericolo. Ce lo racconta la storia di Veronica Abbate, che non stava più insieme al suo ex da sette mesi. Ce lo insegna la storia di Lucia Bellucci, che si era rifatta una vita lontano da un uomo egocentrico e manipolatore ma ha accettato comunque di vederlo un’ultima volta. Ce lo insegna la storia di Michela Noli, che ha accettato di vedere l’ex marito che doveva darle alcuni oggetti.
Dire a una donna di non andare all’ultimo appuntamento sembra vittimizzazione secondaria e in parte lo è: è inutile dire non sarebbe dovuta andare, ma è utile dire non andare quando ci si trova di fronte a un’amica, una parente, una collega che è intenzionata a vedere il suo ex per l’ultima volta. Le parole di Mannella erano un monito conseguenza di anni di esperienza: chiunque mastichi la questione femminicidi sa che l’ultimo appuntamento è pericolosissimo.
Non vorremmo dire a nessuna: non andare. Non vorremmo mai limitare la sua libertà. Ma non vorremmo nessuna sorella morta, e convincerla a non andare è un modo per salvarla.
Non dobbiamo lasciarci mai sole.
Il podcast
Ricorda il mio nome è un podcast mensile, lo trovi su Spotify, Apple Music, Amazon Music e YouTube. L’ultimo episodio è uscito oggi, 15 febbraio 2025, e racconta la storia di Veronica Abbate, uccisa dall’ex fidanzato. Il prossimo episodio uscirà il 15 marzo 2025 sulle stesse piattaforme. Se ti piace il nostro lavoro, puoi parlarne, condividerlo sui social e lasciare una recensione sulla piattaforma che usi.
Chi siamo
Anna Bardazzi è nata a Prato e dopo più di dieci anni all’estero oggi vive a Milano. È autrice e copy writer e ha pubblicato il romanzo La felicità non va interrotta (Salani).
Su Instagram è @bardazzi.anna
Roberta Sandri è avvocata con studio a Trento, si occupa principalmente di diritto di famiglia, dei minori e della persona. Ha una specializzazione in Scienze Criminali ottenuta presso l’Università Montesquieu di Bordeaux.